ACCORDO NAZIONALE PER L’EROGAZIONE DELLE PRESTAZIONI TERMALI
Facciamo infine presente che, sino alla costituzione della nostra Associazione, la rappresentanza delle Aziende termali era esercitata solo da Federterme. L’Accordo nazionale per l’erogazione delle prestazioni termali 2016-2018, approvato nel febbraio 2017, è stato sottoscritto soltanto dalla Federterme, ai sensi dell’articolo 4 comma 4 della legge 323 del 2000, in quanto la nostra Associazione non si era ancora costituita.
Abbiamo chiesto di partecipare ai lavori per la revisione dell’Accordo, giunto alla scadenza, in quanto rappresentanti di importanti aziende termali. Riteniamo infatti che debba essere rivista la disposizione che penalizza le aziende termali accreditate che decidono di non sostenere la FoRST, di cui l’unico socio fondatore è Federterme, ma di effettuare la ricerca scientifica in modo diverso.
Come è noto, gli accordi nazionali per l’erogazione delle prestazioni termali, approvati in Conferenza Stato Regioni, prevedono l’obbligo di finanziamento della ricerca scientifica da parte delle aziende termali accreditate. Negli accordi approvati prima del 2017 si prevedeva che le aziende devolvessero lo 0,30% del proprio fatturato lordo, realizzato per le prestazioni termali erogate con oneri a carico del SSN, alla FoRST. Le aziende che sceglievano di non devolvere parte del fatturato alla FoRST, nel rispetto della legge di settore n. 323 del 2000, vedevano penalizzato il loro livello di remunerazione delle prestazioni da parte del SSN con una riduzione delle tariffe massime dello 0,35%.
Nell’accordo nazionale per l’erogazione delle prestazioni termali per il triennio 2016 – 2018, si prevede per la parte economica l’incremento uniforme e fisso del 3% delle tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni termali erogate con oneri a carico del Servizio Sanitario Nazionale. In tale accordo, però, la penalizzazione, in termini di riduzione delle tariffe massime, per le aziende che scelgono di non devolvere parte del fatturato alla FoRST, è stata innalzata dallo 0,35 al 2%.
L’accordo accresce lo squilibrio competitivo nei confronti delle aziende termali accreditate che decidono di non sostenere la FoRST, ma di contribuire alla ricerca scientifica in modo diverso.
La ricerca scientifica, oltre ad essere un requisito fondamentale per l’accreditamento al SSN, è alla base di qualsiasi iniziativa di sviluppo del settore termale, indispensabile mezzo di riconoscimento della valenza terapeutica della risorsa termale e della sua qualità, ed è per questo che riteniamo che le premialità dovrebbero essere focalizzate sulla qualità della ricerca e non sull’ente che la produce, nel rispetto di quanto previsto per legge.